L’impossibile e l’ignoto sono grandi dimensioni della montagna, non dovremmo sopprimerle. Dovremmo invece misurarci con esse e farlo con mezzi naturali, dettati dalle nostre limitazioni fisiche.
L’impossibile bisogna vincerlo perché abbia un senso, non abbatterlo.
Sono la mente retta e il cuore saldo che portano lontano, non certo la sola forza atletica; come del resto lo scalare montagne su montagne non vuole sempre dire migliorarsi, e ancora meno significa fare qualcosa di eroico.
Eroico, semmai, può essere invece al giorno d’oggi restare se stessi, mantenersi individui, e come tali integri.

– Walter Bonatti, Montagne di una vita, 1995
Alba su Brenta Alta e Campanil Basso dalla Torre di Brenta.