Nell’immobilità dell’aria niente che avvertisse la mia presenza. La montagna grigia e indifferente. La valle in fondo verde e tranquilla. Anche il vento che passava alto sulle cime, era senza voce. Ero io, soltanto io che avevo cercato l’avvenimento, che lo avevo creato, che lo avevo forzato.
Tutto quello che mi circondava, immobile e fermo, era assente. E allora mi sorse di nuovo istintiva la domanda: – Perché? –
La risposta non venne e forse non verrà mai. Ma quando fui sulla vetta inondata di sole, e sotto me fluttuavano come marosi le nebbie, una gioia immensa mi cantò nel cuore e mi pervase le membra. E l’ebbrezza di quell’ora passata lassù isolato dal mondo, nella gloria delle altezze, potrebbe essere sufficiente a giustificare qualunque follia.

– Giusto Gervasutti, Scalate nelle Alpi, 1945
Cima Brenta Alta. Vista su Tosa, Valbrenta, Campanil basso.